Alta efficienza energetica, rispetto per l’ambiente, facilità di installazione con un tocco di design: la nuova generazione di climatizzatori ha ribaltato completamente le prospettive. Qualche anno fa, infatti, si parlava di condizionatori, pensati solo per
le funzioni di raffrescamento e responsabili di consumi elettrici e costi in bolletta elevati, ma oggi la situazione è completamente cambiata. I nuovi modelli sono nella maggioranza dei casi a pompa di calore e possono funzionare tutto l’anno, raffrescando in estate e riscaldando in inverno.
Fino al 2016 il sistema tariffario elettrico in vigore penalizzava fortemente chi superasse i 1.800 kWh all’anno e l’utilizzo di pompe di calore faceva andare oltre queste soglie con un importo della gestione certamente gravoso. Si trattava di un sistema tariffario introdotto quarant’anni fa in seguito ai noti shock petroliferi degli anni ’70, ormai anacronistico. La riforma delle tariffe elettriche, introdotta dal 2016 a passi successivi e resa necessaria dalla direttiva europea 27/2012 sull’efficienza energetica, è stata pensata proprio per sostenere la diffusione di consumi efficienti, in passato penalizzati da costi eccessivi, con un riordino che porta tutti, a regime, a pagare l’esatto corrispettivo relativamente al servizio usato, senza più agevolazioni per i bassi consumi e con un sovra-costo sostanzialmente minore per quelli alti.
Le pompe di calore da allora si sono rese protagoniste di uno sviluppo incredibile. Sono aumentate l’efficienza e la resa, innanzitutto: si pensi che alcune tipologie di pompe di calore sono in grado di climatizzare, riscaldare, deumidificare e purificare l’aria oltre che
produrre acqua calda sanitaria, concentrando così in una sola bolletta tutti i consumi. Anche i costi di manutenzione risultano ridotti rispetto a quelli delle caldaie tradizionali, per non parlare dell’eliminazione delle canne fumarie e del miglioramento della sicurezza nelle abitazioni, cancellando il rischio di esplosioni e incendi (dovuti alla presenza di gas o gasolio).
Per limitare ancora di più i consumi, bastano alcuni semplici accorgimenti, come l’utilizzo in ambienti chiusi, l’impostazione in estate di temperature non esageratamente basse, l’utilizzo più frequente della sola funzione deumidificatore che con meno potenza garantisce comunque comfort. Meglio optare poi per impianti con classe energetica elevata, posizionati ad arte: i punti di installazione più adatti (in alto sulle pareti e senza ostacoli nei paraggi) sono infatti garanzia di resa e riduzione dei costi di servizio. Nel momento in cui si opti per la scelta di sostituzione dell’impianto a favore della pompa di calore entrano in gioco tre possibilità di incentivazione che ammortizzano il costo iniziale: il Conto Termico (un incentivo stabile per interventi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’incremento dell’efficienza energetica), l’Ecobonus (detrazione fiscale del 65% per riqualificazione energetica) o gli sgravi fiscali del 50% per ristrutturazioni edilizie.
L’etichetta energetica dal 26 settembre 2015 è obbligatoria non solo per i climatizzatori aria-aria ma anche per i generatori, di potenza nominale fino a 70 kW, che erogano calore a un impianto di riscaldamento centralizzato ad acqua per raggiungere e mantenere la temperatura interna di un ambiente (a 20°C) comprese le pompe di calore aria-acqua e acqua-acqua. L’efficienza energetica stagionale si indica con il SEER (funzionamento estivo) o con lo SCOP (funzionamento invernale), che sono il rapporto fra l’energia termica totale richiesta dall’edificio (nella stagione estiva o invernale) espressa in kWh e il consumo elettrico totale necessario all’apparecchiatura di climatizzazione (in kWh).
Il carico teorico è la potenza termica richiesta dall’edificio alla temperatura di progetto, cioè in estate con aria esterna +35°C e in inverno a +2°C per clima «W» (warmer, più caldo; facoltativo), -10°C per clima «A» (average, medio europeo; obbligatorio), -22°C per clima «C» (colder, più freddo; facoltativo).
INSTALLAZIONE ATTENZIONE ALLE REGOLE
REGOLAMENTO CONDOMINIALE
In generale ciascun condomino può servirsi della cosa comune, come è appunto la facciata dell’edificio, a condizione che non ne snaturi la funzione e non pregiudichi il pari uso degli altri condomini.
Il regolamento di condominio può vietare il montaggio di condizionatori sia sul balcone che sulla facciata condominiale nel rispetto dell’estetica dell’edificio: deve però essere stato approvato con l’unanimità di tutti i proprietari.
Occorre comunque avvisare in anticipo l’amministratore dell’immobile affinché questi, eventualmente, sottoponga la questione agli altri condomini in assemblea. Tuttavia, non è necessario il voto dell’assemblea che autorizzi il singolo proprietario all’installazione dell’impianto
NORME COMUNALI
Il Comune può approvare norme locali in cui sottopone a limiti vari l’installazione di condizionatori. Ad esempio può imporre di installare i climatizzatori solo sulla copertura degli edifici oppure lungo facciate interne o secondarie oppure che, se installato su facciate poste nei pressi di strade principali, l’impianto sia dipinto in colori uguali a quelli delle facciate medesime.
CONTRO IL RUMORE
Altro limite del condizionatore è il rumore che non può mai superare la “normale tollerabilità”.
Risulta essere un criterio molto generico; la giurisprudenza ritiene violato tale limite allorché si riscontri un incremento dell’intensità del livello medio del rumore di fondo di oltre 3 decibel. Il condomino disturbato può chiedere al giudice di ordinare al responsabile l’adozione delle misure necessarie a far cessare i rumori molesti o la rimozione dell’impianto, condannandolo al risarcimento dei danni anche non patrimoniali.